Obiettivi

Questo blog dovrebbe funzionare così: l’utente che ci entra dovrebbe prima rispondere ad una domanda a risposta multipla nella quale indica a quale categoria culturale e di pensiero crede di appartenere.
A seconda della categoria scelta, il blog si adatterebbe allo specifico linguaggio, alla specifica forma correlata ad essa, perchè dietro una stessa parola ci possono essere esperienze completamente diverse e, perciò, quella stessa parola può essere compresa molto differentemente, pur conoscendo e rispettando rigorosamente la sua definizione nel vocabolario.

Questo sistema sarebbe irrealizzabile per me, ma è presto chiarito il primo obiettivo del blog: riconoscere il muro dell’incomunicabilità, sbatterci contro, e cercare, tanto miracolosamente, quanto imprevedibilmente, di oltrepassarlo.

Cos’è questo muro?
Come scrive Cesare Pavese:

Ascoltavo i compagni parlare e vantarsi; io stavo zitto, non perché non godessi a sentirli, ma piuttosto capivo che le cose proprio vere non si riesce a raccontarle. Non soltanto è necessario che chi ascolta le sappia, ma bisognava già saperle quando si sono conosciute, e insomma è impossibile saperle da un altro.

Il paradosso del dialogo tra gli uomini è che le cose proprio vere non si riesce a raccontarle. Non sono comunicabili tramite le parole, e perciò non si imparano sui libri, nè ascoltandole: insomma è impossibile saperle da un altro.
Le fesserie sì, è molto facile, ma le cose proprio vere, e perciò fondamentali, quelle no.
Sì possono comunicare solo se chi le ascolta già le conosce, e cioè ne ha già fatto esperienza, altrimenti è impossibile: è il muro dell’incomunicabilità.

Qual è il primo passo da fare, allora?
Come dice sempre Pavese, di fronte alle parole di un altro uomo possiamo lasciarci ferire, o essere induriti nei nostri preconcetti ed etichette.
Induriti in quello che già sappiamo.