Frasi sulla Psicologia e Pedagogia

Pedagogia

Un bambino intuisce subito – solo dopo pochi giorni di vita — se la sua venuta al mondo è veramente desiderata o no. Se intuisce di non essere veramente desiderato, o, peggio, se intuisce di essere indesiderato, si ammala. Le nevrosi che causano le «regressioni» più terribili e incurabili sono dovute proprio a questo sentimento primo, di non essere accolti nel mondo con amore. Ora, oggettivamente, nessun figlio è ormai più accolto nel mondo con l’amore di un tempo, quando egli era appunto per definizione «benedetto».

Pasolini, estratto dal “trattatello pedagogico” (Gennariello), 22 maggio 1975

Se il compito di un genitore è quello di escludere dall’esperienza dei propri figli l’incontro con l’ostacolo, con l’inassimilabile, con l’ingiustizia, se la sua preoccupazione è relativa a come spianare il terreno da ogni sporgenza per evitare l’incontro col reale, l’adulto finirà per allevare un figlio-Narciso che resterà imprigionato in una versione solo speculare del mondo.

Massimo Recalcati

Sui libri di psicologia mi aggiornavo sull’educazione, misuravo tutti i miei interventi senza mai sbagliare, ma per mio figlio ero un padre di mestiere.

Giorgio Gaber, Un’idea

Per far studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti. […]
Il metodo della Montessori e dei positivisti ha certo le sue buone qualità: ma questo suo credere alle applicazioni esteriori e ai miglioramenti graduali e prevedibili, questo suo ottimismo che non calcola il mistero e l’incongruenza che sono in fondo le concrezioni della libertà… Cambiando appena i termini, lo stesso difetto è implicito nel pensiero educativo degli idealisti, anch’essi non tengono conto in concreto delle contraddizioni, dell’irrazionale, del gratuito e del puro vivente che è in noi. Calcolare tutto questo fa invece parte dell’applicazione di una pedagogia veramente positiva, che è difficile presentare nei termini di un testo scolastico, e che è la competenza vivente di chi vive nel cerchio continuamente mobile dello spirito, gli occhi sempre puntati sul gioco della Provvidenza. […] 
Può educare solo chi sa che cosa significa amare, chi tiene sempre presente la Divinità.

Pasolini, tratto da Romàns

Mi attirerò grandi inimicizie, ma penso che i bambini sono poco amati e che si preferisca dare una targa o una pillola piuttosto che occuparsi di loro.

Dott.ssa Maura Massimino, primaria oncologica pediatrica

Psicologia

Di tutti i peccati della psicologia, il più mortale è la sua indifferenza per la bellezza. Una vita, in fondo è una cosa bella. Ma leggendo i libri di psicologia, non lo si immaginerebbe mai. […] La nostalgia di bellezza che alberga nel cuore umano deve ricevere riconoscimento dalla disciplina che considera il cuore umano il suo campo di studio. La psicologia deve ritrovare la strada verso la bellezza, per non morire. Sembra incredibile, perfino negli studi sulle personalità creative in campo artistico, il desiderio di bellezza se mai viene citato, è considerato una variabile fra le altre.

James Hillman, Il codice dell’anima

Naturalmente io non sono un ingenuo e scuso il dottore di vedere nella vita stessa una manifestazione di malattia. La vita somiglia un poco alla malattia come procede per crisi e lisi ed ha i giornalieri miglioramenti e peggioramenti. A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale. Non sopporta cure. Sarebbe come voler turare i buchi che abbiamo nel corpo credendoli delle ferite. Morremmo strangolati non appena curati.

Italo Svevo, La coscienza di Zeno, Conclusione

Solo la vita simbolica può esprimere i bisogni dell’anima, i bisogni che la nostra anima manifesta ogni giorno! E poiché non l’abbiamo, non possiamo mai liberarci da questa diabolica macina, questa vita spaventosa, opprimente, banale in cui non siamo che “nullità”. Nel rituale si è vicini a Dio, perfino divini (…) Tutto è insignificante, “nient’altro che” ed è per questo che la gente diventa nevrotica. È semplicemente stufa di tutto, di questa vita banale, e perciò vuole qualcosa di sensazionale. Perfino una guerra: tutti vogliono una guerra. Sono felici quando c’è una guerra. Dicono: “Grazie al cielo, ora succederà qualcosa, qualcosa di più grande di noi!”. Queste cose hanno radici profonde, e non c’è da stupirsi se la gente diventa nevrotica. La vita è troppo razionale: manca un’esistenza simbolica in cui si possa essere qualcosa di diverso, in cui compio il mio ruolo, il mio ruolo come attore nel dramma divino della vita.

C.G. Jung, La vita simbolica, Bollati Boringhieri 1993

Fra tutti i pazienti oltre la mezza età, cioè oltre i 35 anni, non ce n’è uno il cui problema non sia quello della sua dimensione religiosa. Soffre perché ha perduto quello che le religioni hanno donato in ogni tempo ai loro fedeli, e nessuno è guarito se non riacquistando nuovamente la sua attitudine religiosa […]

C.G. Jung