Cacciami dal Tempio, Signore, se… – Luigi Santopaolo

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Cacciami dal tempio, Signore, ogniqualvolta cerco maldestramente di barattare il mio amore col tuo amore.

Cacciami dal tempio, Signore, quando cerco di acquistare la tua misericordia a prezzo delle mie opere, quando uso come contrappeso della tua grazia i miei meriti.

Cacciami dal tempio, Signore, quando amo i miei fratelli aspettandomi un contraccambio, quando penso che l’amore vada meritato.

Cacciami dal tempio, Signore, quando per ogni peccato assegno una condanna, quando preferisco un’equivalenza di male alla sovrabbondanza di bene.

Cacciami dal tempio, Signore, quando credo che fuori dal tempio non c’è salvezza, riducendo il sacrificio della tua croce alla stregua dei miei sacrifici.

Cacciami dal tempio, Signore, per farmi capire che il tuo amore non si vende e non si compra.

Luigi Santopaolo

Gv 2,13-25

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».

Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

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