I reduci – Gaber

0
90

Testo

E allora è venuta la voglia di rompere tutto
le nostre famiglie gli armadi le chiese i notai
i banchi di scuola i parenti le centoventotto
trasformare in coraggio la rabbia
che è dentro di noi

E tutto che saltava in aria
e c’era un senso di vittoria
come se tenesse conto del coraggio
la storia.

E allora è venuto il momento di organizzarsi
di avere una linea e di unirsi intorno a un’idea
dalle scuole ai quartieri alle fabbriche per confrontarsi
decidere insieme la lotta in assemblea.

E tutto che sembrava pronto
per fare la rivoluzione
ma era una tua immagine o soltanto
una bella intenzione.

E allora è venuto il periodo dei lunghi discorsi
ripartire da zero e occuparsi un momento di noi
affrontare la crisi parlare parlare e sfogarsi
e guardarsi di dentro per sapere chi sei

E c’era l’orgoglio di capire
e poi la certezza di una svolta
come se capir la crisi voglia dire
che la crisi è risolta.

E allora ti torna la voglia di fare un’azione
ma ti sfugge di mano e si invischia ogni gesto che fai
la sola certezza che resta è la tua confusione
il vantaggio di avere coscienza di quello che sei

Ma il fatto di avere la coscienza
che sei nella merda più totale
è l’unica sostanziale differenza
da un borghese normale.

E allora ci siamo sentiti
insicuri e stravolti
come reduci laceri e stanchi
come inutili eroi

Con le bende perdute per strada
e le fasce sui volti
quarant’anni e siam qui a raccontare
ai nipoti che noi

Noi buttavamo tutto in aria
e c’era un senso di vittoria
come se tenesse conto del coraggio la storia.

Noi buttavamo tutto in aria
e c’era un senso di vittoria
come se tenesse conto del coraggio la storia.

Articolo precedenteIl pianto della scavatrice – poesia di Pasolini
Articolo successivoVuestra soy (Teresa de Avila) – Guya Malvaggi

Lascia una risposta

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome