Cerco un gesto, un gesto naturale – Gaber

Dall'album "Far finta di essere sani" (1973-74)

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C’è una parte di noi con cui non siamo sempre in sintonia. Questa parte è il nostro corpo.

Gaber non vuole riproporci la distinzione tra corpo e anima, anzi dice esplicitamente che il nostro «io» è intero. «Per me ci sono sempre i come e non ci sono io», dice ancora.

Nel senso che spesso abbiamo delle maschere pirandelliane, per cui appariamo agli altri in un modo, ma siamo diversi nel profondo. Occorre recuperare questa intima unione con il nostro corpo.

Non a caso Gaber intitola uno spettacolo «Io come persona» e termina questa canzone proprio con la parola «io» ripetuta due volte.

Testo

Mi guardo dal di fuori come fossimo due persone
Osservo la mia mano che si muove la sua decisione
Da fuori vedo chiaro, quel gesto non è vero
E sento che in quel movimento io non c’ero

A volte mi soffermo e guardo il fumo di una sigaretta
La bocca resta aperta forse troppo, poi si chiude in fretta
Si vede chiaramente che cerco un’espressione
Che distacco, che fatica questa mia finzione

Cerco un gesto, un gesto naturale
Per essere sicuro che questo corpo è mio
Cerco un gesto, un gesto naturale
Intero come il nostro io

E invece non so niente, sono a pezzi, non so più chi sono
Capisco solo che continuamente io mi condiziono
Devi essere come un uomo, come un santo, come un dio
Per me ci sono sempre i come e non ci sono io

Per tutte quelle cose buone che non ho ammazzato
Chissà nella mia vita quante maschere ho costruito
Queste maschere, ormai, sono una cosa mia
Che dolore che fatica buttarle via

Cerco un gesto, un gesto naturale
Per essere sicuro che questo corpo è mio
Cerco un gesto, un gesto naturale
Intero come il nostro io

Cerco un gesto, un gesto naturale
Per essere sicuro che questo corpo è mio
Cerco un gesto, un gesto naturale
Intero come il nostro io, io

Commento e interpretazione di Luigi Gaudio

Interpretazione di Valerio Capasa

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