Fenomenologia della discussione accesa

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Una discussione accesa è una discussione finita, fuorviante, dannosa.

Quando una discussione inizia, l’intento è quello di comunicare all’interlocutore un sapere e magari anche quello di vedersi ricambiati.

In realtà dipende dal “sapere”. Tante cose non si possono trasmettere tramite delle parole (limiti della comunicazione), soprattutto le cose più vere. Si può, però, piantare un seme. Un giorno, straordinariamente, grazie ad un’esperienza, un incontro, qualcosa può germogliare.

Quando la discussione si accende

Quando una discussione si accende nessun seme può essere piantato. L’interlocutore A inizia ad utilizzare un tono accusatorio verso l’interlocutore B, incalzandolo.

L’interlocutore B sentirà il bisogno di difendersi dall’accusa – magari non nominata, ma che traspare dal tono – contrattaccando.

Qui l’intento cambia: non è più trasmettere e ricevere sapere.

La dialettica, da strumento di conoscenza, diventa un’arma affilata.

Il focus si sposta dalla tematica centrale al piano personale. L’intento ora diventa difendersi e attaccare.

Un confronto sul sapere diventa una guerra personale in cui chi perde viene schiacciato, umiliato. Quindi diventa fondamentale vincere o almeno non soccombere.

Come procede?

Si rompe l’equilibrio tra razionalità ed emotività. L’emotività sovrasta la razionalità. La razionalità diventa quindi irrazionalità.

Le argomentazioni si appiattiscono, il tema principale si disperde, la parole si volgarizzano e le posizioni si estremizzano. Si può cadere nella tentazione di dire cose che nemmeno si pensava, pur di estremizzare la propria posizione.

Come finisce?

Nessun seme è stato piantato.

L’interlocutore A e B hanno rafforzato le proprie rispettive posizioni e hanno una nuova missione nella vita: rafforzarle sempre di più, in barba a quel processo di conoscenza che richiede la continua messa in discussione.

L’interlocutore A e B andranno via di cattivo umore, avendo rovinato il tempo dedicato alla discussione accesa.

Eventuali ascoltatori emotivamente partecipi della discussione, saranno di cattivo umore anche loro. E anche se fossero soddisfatti, perché tifavano per uno dei due, è una soddisfazione ombrata, nevrotica, che finisce subito.

L’intento era discutere idee che, forse, avrebbero potuto migliorare il mondo. Il risultato è stato averlo peggiorato, senza nessun “forse”.

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