“L’ingannevole abbaglio della libertà sessuale”, secondo la comunista Alessandra Ciattini

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Uno degli obiettivi di questo articolo è osservare che i cattolici non sono gli unici eroi che tentano di opporsi al pensiero edonistico dominante, ma lo fanno anche altri, perché quando nella vita hai sperimentato una certa grandezza dell’Io, dopo non puoi far finta di nulla riducendola ad un’ideologia e piegarla sotto le istanze e i dogmi di una cultura cieca e dimentica di tale grandezza.

Come il marxista Pierpaolo Pasolini nel 1975 spiegava che la libertà sessuale stava rendendo le persone nevrotiche, eternamente insoddisfatte e perciò infelici, specie per quei giovani che, appena puberi, iniziavano a vivere esperienze prive di ogni tensione e sublimazione, la marxista Alessandra Ciattini denuncia un nuovo modello di umanità che ha rinunciato all’amore e alla sublimazione.

Giusto per arricchire la collezione, sottolineo come una simile consapevolezza la maturò anche il filosofo Herbert Marcuse, l’autore nel 1955 del libro Eros e civiltà, che nel 1964, nella sua nuova opera L’uomo a una dimensione denuncia che la libertà sessuale, che solo appare come una conquista, stava generando in realtà quella che definisce una desublimazione repressiva.

Tornando ad Alessandra Ciattini, la vera protagonista di questo articolo, è molto interessante la sua denuncia su la Città futura – giornale comunista online, dove emerge il ritratto di una sinistra sempre più distante dalla consapevolezza dei veri bisogni umani e sempre più amica del capitalismo.

Il primo pensiero che rivolge al lettore è che “siamo ormai del tutto assuefatti ai contenuti surrettiziamente o esplicitamente sessuali della pubblicità, degli spettacoli che i mass media propongono” e che “non possiamo non distanziarci da questa ubriacatura“.

Considerando il giornale su cui sta scrivendo, è chiaro che Alessandra si rivolge ai “compagni” e pare li stia richiamando su 2 punti:

  1. che non si stanno probabilmente rendendo conto di come il potere edonistico abbia manipolato anche la loro mente e il loro corpo
  2. che quindi a questo potere non stanno facendo alcuna opposizione, ma addirittura lo stanno assecondando e sostenendo

Un secondo passaggio rilevante è quello in cui si difende preventivamente dall’accusa di “moralismo” che è effettivamente facile prevedere arrivi da un certo mondo illuminato, a cui giustamente fa notare che anche la conservazione dello status quo è una “scelta morale” e pertanto quell’accusa è tanto infondata quanto facile da rigirare.

Sono ben consapevole che scrivendo queste righe andrò incontro a numerose critiche e sarò etichettata come moralista (come se anche l’attuale edonismo fondato sulla ricerca del piacere sessuale non fosse una scelta morale). Ciò nonostante, seguo per la mia strada e «lascio dir le genti», convinta che, per affrontare gli immani problemi del mondo contemporaneo, ci vogliano uomini e donne di una tempra morale ben diversa da quella di coloro che sono alla continua ricerca della soddisfazione momentanea (non a caso un film di vari anni fa, di notevole successo, che contrapponeva romanticamente la poesia al mondo degli affari e della tecnica, era intitolato L’attimo fuggente).

Qui subentra anche una riflessione molto acuta: come potremmo comprendere e risolvere i veri problemi del mondo se la nostra tempra morale è quella di uomini e donne schiavi della soddisfazione immediata?

Persone così si comprano facilmente con una mazzetta o con un favore sessuale, in linea con quanto accade nel mondo della politica, delle università, dello spettacolo, ecc…

La scelta morale di ciò che è giusto cederà al posto alla scelta morale di ciò che può darmi piacere subito, come unica possibilità di riempire il vuoto che questa cultura impone con forza totalizzante. E gli altri? Homo homini lupus.

Poi è facile fare i moralisti contro le persone quando succedono cose. Facile fare manifestazioni di protesta. E la protesta interiore? Quando vogliamo mettere in discussione quei fattori che realmente determinano la nostra tempra morale?

Terzo passaggio molto rilevante: quello sulla mercificazione, in cui invita ad abbandonare quel “modello sociale volto alla mercificazione di tutto, corpi umani compresi, spesso intesi come qualcosa di sconnesso dalla persona presa nella sua integralità”.

E non manca un chiaro esempio, lo scempio dell’utero in affitto come nuovo diritto reclamato dalla solita sinistra:

Tale atteggiamento nei confronti del corpo umano salta agli occhi dinanzi all’espressione utero in affitto, che addirittura astrae un organo sia dal corpo da un individuo oltre che dalla sua persona complessiva. A queste considerazioni aggiungo un altro elemento che mi sembra interessante. Che lo si voglia o no, la liberazione sessuale ha prodotto tra l’altro unioni tra persone dello stesso sesso, che sono assai utili da un lato alla politica neomalthusiana generalmente adottata dagli Stati moderni, dall’altro consentono l’ulteriore mercificazione cui prima si accennava, che si concreta nella vendita dei propri figli, di cui ha beneficiato un noto esponente della cosiddetta sinistra.

Il chiaro riferimento è a Nichi Vendola, ex leader di Sinistra Ecologia Libertà, che insieme al suo compagno hanno letteralmente acquistato un bambino da un’azienda americana e da una donna che ha portato avanti una gravidanza per loro dietro pagamento di qualche decina di migliaia di euro.

Il problema però non sono i soldi in sé, ma – come spiega Alessandra – la sconnessione della persona dalla sua integrità. Direi anche la riduzione di un fenomeno sacro, misterioso e straordinario come la gravidanza a merce, al freddo meccanismo di acquisto e vendita, una manipolazione che prescinde anche dall’uso del denaro. Un fenomeno che, ampliandosi, avrebbe delle conseguenze antropologiche e psicologiche devastanti.

Del resto ne aveva parlato anche Antonio Gramsci quando, proprio in riferimento alle nuove possibilità che la scienza annunciava circa la mercificazione dell’utero, scrisse:

I figli nati dopo un innesto? Strani mostri biologici, creature di una nuova razza, merce anch’essi, prodotto genuino dell’azienda dei surrogati umani, necessari per tramandare la stirpe dei pizzicagnoli arricchiti. La vecchia nobiltà aveva indubbiamente maggior buon gusto della classe dirigente che le è successa al potere. Il quattrino deturpa, abbrutisce tutto ciò che cade sotto la sua legge implacabilmente feroce. La vita, tutta la vita, non solo l’attività meccanica degli arti, ma la stessa sorgente fisiologica dell’attività, si distacca dall’anima, e diventa merce da baratto; è il destino di Mida, dalle mani fatate, simbolo del capitalismo moderno.

Alessandra Ciattini prosegue quindi andando al cuore della questione sulla libertà sessuale: la perdita di amore e sublimazione, causata proprio da una cultura che, non rendendosene nemmeno conto, fa anche passare tutto ciò sotto una forma di conquista e di emancipazione.

Siamo di fronte a un nuovo modello di umanità – non sono certo io a dirlo – che ha rinunciato alla sublimazione e alla consapevole riappropriazione delle motivazioni inconsce del nostro agire, lasciandosi andare alla soddisfazione di un qualsivoglia stimolo, evitando di lasciarsi coinvolgere integralmente. In questo senso l’amore non è più di moda, perché troppo impegnativo e richiedente la lunga durata. Questa convinzione, in passato attribuita quasi esclusivamente agli individui di sesso maschile, è diventata oggi una rivendicazione dello stesso genere femminile, che vede in tale atteggiamento una conquista e una forma di emancipazione.

L’articolo completo di Alessandra Ciattini su la Citta futura: https://www.lacittafutura.it/cultura/l-ingannevole-abbaglio-della-liberta-sessuale

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