La storia di Chiara Corbella

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Chiara Corbella è quella persona che chiunque avrebbe bisogno di incontrare, perché il suo sguardo semplice e di stupore verso le cose, capace di vedere la bellezza e di amare fino a donare la sua stessa vita, è la testimonianza contagiosa di un modo incredibile di vivere.

Chiara nasce a Roma il 9 gennaio 1984. Riceve in famiglia un’educazione cattolica e con la madre inizia a frequentare una comunità del Rinnovamento nello Spirito. Nell’estate del 2002, mentre si trova a Medjugorje con la sorella maggiore Elisa, incontra Enrico Petrillo, che si trova in pellegrinaggio con la comunità del Rinnovamento Carismatico.

Chiara ed Enrico iniziano a frequentarsi e si fidanzano; dopo sei anni, il 21 settembre 2008 si sposano ad Assisi nella chiesa di San Pietro.

La nascita di Maria Grazia Letizia

Al ritorno dal viaggio di nozze Chiara scopre di essere incinta, ma l’ecografia della bambina rivela un’anencefalia, una grave malformazione. I coniugi decidono che la gravidanza debba proseguire: il 10 giugno 2009 nasce Maria Grazia Letizia, che sopravvive al parto solo mezz’ora.

Chiara ed Enrico scriveranno:

Tu in braccio a noi
anche se per una mezz’oretta siamo stati bene
non riuscivamo a smettere di guardare il tuo naso uguale al mio 
e quelle mani e quei piedini 
non abbiano tanto tempo per dirti tante cose
che ti amiamo so che lo sai
ma forse non sai che sei nata per l’eternità
e che io non sono tuo padre né lei è tua madre
pensa! chi ti ha desiderato è anche nostro Padre
lo so, è un po’ complicato ma presto capirai
la vita è meravigliosa
per questo anche noi ti abbiamo cercato
è meraviglioso che tu ora possa capire
non importa quanto tempo passeremo insieme
a noi importa quello che sarai
qui ogni cosa non serve veramente
possiamo fare a meno di tutto
il necessario è conoscere il Padre
è prepararsi per questo incontro
e tu sei nata pronta.
Ed io non so dirti quanto siamo orgogliosi di te
fino a dove potevamo ti abbiamo accompagnato
ora conoscerai il Padre
Maria Grazia e Letizia della nostra vita.

Chiara darà una testimonianza in parrocchia, con voce commossa, in cui dirà:

Quello che posso dirvi è che quella mezz’ora non mi è sembrata affatto poca, è stata una mezz’ora indimenticabile. E se io avessi abortito, non penso che potrei ricordare il giorno dell’aborto come un momento di festa, un momento di cui mi fossi liberata di qualcosa. Penso che sarebbe un momento che cercherei di dimenticare, un momento di sofferenza grande. Il giorno della nascita di Maria invece potrò ricordarlo sempre come uno dei più belli della mia vita.

È possibile ascoltarla nel seguente video.

La nascita di Davide Giovanni

Dopo pochi mesi Chiara ha una nuova gravidanza ma il bambino, cui viene dato il nome di Davide Giovanni, presenta gravi malformazioni ed è privo degli arti inferiori. La gravidanza viene comunque portata a termine; il piccolo muore il 24 giugno 2010, nuovamente poco dopo la nascita.

Chiara ed Enrico scriveranno:

È stato bello accompagnarti anche se a volte
ci è sembrato che fossi tu ad averci portato un po’ sulla tua strada.
Ci hai parlato di Lui e del suo amore di Mare,
del chicco di grano e dell’amore racchiuso che hai.
Ci hai insegnato che l’amore non crea niente di imperfetto, tu sei un prodigio unico, irripetibile e meraviglioso.
Quanto amore ci hai dato!
Sono felice di essere tuo fratello anche se ho scoperto di essere un po’ tuo padre e quindi, un po’ sei anche mio figlio,
ma è un mistero troppo grande per contenerlo pienamente.
Di una cosa sono certo: sei destinato ad una gloria più grande della nostra.
Chissà cosa farai, chissà cosa farai piccolo Davide.
Non so perché Gesù è voluto rimanere ancora un po’ con noi,
sei stato bravo, ce l’hai detto solo verso la fine che in te era Lui.
Ma adesso che sappiamo non abbiamo più paura di lasciarti
tu vai noi ti accompagneremo con lo sguardo
amore mio vai…
vai a vedere cosa c’è dopo le montagne, c’è una bella sorpresa che ti aspetta.

Prima della nascita di Davide, il 12 marzo 2010 Chiava aveva già scritto:

Un piccolo che ha ricevuto in dono da Dio un ruolo tanto grande… quello di abbattere i grandi Golia che sono dentro, di abbattere il nostro potere di genitori di decidere su di lui e per lui, ci ha dimostrato che lui cresceva ed era così perché Dio aveva bisogno di lui così;
ha abbattuto il nostro “diritto” a desiderare un figlio che fosse per noi, perché lui era solo per Dio;

ha abbattuto il desiderio di chi pretendeva che fosse il figlio della consolazione, colui che ci avrebbe fatto dimenticare il dolore di Maria Grazia Letizia;
ha abbattuto la fiducia nella statistica di chi diceva che avevamo le stesse probabilità di chiunque altro di avere un figlio sano;

ha smascherato la fede magica di chi crede di conoscere Dio e poi gli chiede di fare il dispensatore di cioccolatini;
ha dimostrato che Dio i miracoli li fa, ma non con le nostre logiche limitate perché Dio è qualcosa di più dei nostri desideri (ha abbattuto l’ idea di quelli che non cercano in Dio la salvezza dell’anima, ma solo quella del corpo; di tutti quelli che chiedono a Dio una vita felice e semplice che non assomiglia affatto alla via della croce che ci ha lasciato Gesù).
Davide così piccolo si è scagliato con forza contro i nostri idoli e ha gridato con forza in faccia a chi non voleva vedere, ha costretto tanti a correre ai ripari per non riconoscere di essere stati sconfitti.
Io invece ringrazio Dio di essere stata sconfitta dal piccolo Davide, ringrazio Dio che il Golia che era dentro di me ora è finalmente morto, grazie a Davide; nessuno è riuscito a convincermi che quello che ci stava capitando era una disgrazia, che derivava, dal fatto che ci eravamo allontanati da Dio forse anche solo inconsciamente. Ringrazio Dio perché il mio Golia è finalmente morto e i miei occhi sono liberi di guardare oltre e seguire Dio senza aver paura di essere quella che sono.

Dopo la nascita in cielo di Davide, Chiara scriverà nei suoi appunti:

Nel matrimonio il Signore ha voluto donarci dei figli speciali: Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni, ma ci ha chiesto di accompagnarli soltanto fino alla nascita, ci ha permesso di abbracciarli, battezzarli e consegnarli nelle mani del Padre in una serenità e una gioia sconvolgente.

La nascita di Francesco

Dopo essersi sottoposta insieme al marito a esami genetici, che escludono un collegamento fra le patologie di Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni, Chiara ha una nuova gravidanza, ma al quinto mese le viene diagnosticato un carcinoma alla lingua, e viene sottoposta a un primo intervento il 16 marzo 2011. Per la seconda parte dell’intervento è necessario attendere la nascita del bambino, ma nel frattempo Chiara non si sottopone ad alcuna terapia per non danneggiare il feto.

Il 30 maggio 2011 nasce Francesco, completamente sano, e il 3 giugno successivo la madre affronta la seconda parte dell’intervento e inizia chemioterapia e radioterapia, ma ormai il tumore si è diffuso nell’organismo: Chiara muore il 13 giugno 2012 a Pian della Carlotta, località tra Cerveteri e Manziana, dove la coppia si era trasferita.

La lettera a Francesco

Al compimento del primo anno di Francesco, Chiara gli scriverà questa lettera, due settimane prima di volare in cielo:

Carissimo Francy oggi compi un anno e ci chiedevamo cosa poterti regalare che potesse durarti negli anni e così abbiamo deciso di scriverti una lettera.
Sei stato un dono grande nella nostra vita perché ci hai aiutato a guardare oltre i nostri limiti umani.
Quando i medici volevano metterci paura, la tua vita così fragile ci dava la forza di andare avanti.
Per quel poco che ho capito in questi anni posso solo dirti che l’Amore è il centro della nostra vita, perché nasciamo da un atto d’amore, viviamo per amare e per essere amati, e moriamo per conoscere l’amore vero di Dio.
Lo scopo della nostra vita è amare ed essere sempre pronti ad imparare ad amare gli altri come solo Dio può insegnarti.
L’amore ti consuma ma è bello morire consumati proprio come una candela che si spegne solo quando ha raggiunto il suo scopo.
Qualsiasi cosa farai avrà senso solo se la vedrai in funzione della vita eterna.
Se starai amando veramente te ne accorgerai dal fatto che nulla ti appartiene veramente perché tutto è un dono.
Come dice San Francesco il contrario dell’amore è il possesso!
Noi abbiamo amato i tuoi fratelli Maria e Davide ed abbiamo amato te sapendo che non eravate nostri, che non eravate per noi e così deve essere tutto nella vita, tutto ciò che hai non ti appartiene mai perché è un dono che Dio ti fa perché tu possa farlo fruttare.
Non scoraggiarti mai figlio mio, Dio non ti toglie mai nulla, se toglie è solo perché vuole donarti tanto di più.
Grazie a Maria e Davide noi ci siamo innamorati di più della vita eterna ed abbiamo smesso di avere paura della morte, dunque Dio ci ha tolto, ma per donarci un cuore più grande ed aperto ad accogliere l’eternità già in questa vita.
Ad Assisi mi ero innamorata della gioia dei frati e delle suore che vivevano credendo alla Provvidenza e allora ho chiesto anche io al Signore la Grazia di credere a questa Provvidenza di cui mi parlavano, di credere a questo Padre che non ti fa mai mancare niente e Fra Vito ci ha aiutato a camminare credendo a questa promessa: ci siamo sposati senza niente mettendo però Dio al primo posto e credendo all’amore che ci chiedeva questo grande passo.
Non siamo rimasti mai delusi, abbiamo sempre avuto una casa e tanto di più di quello che ci occorreva!
Tu ti chiami Francesco proprio perché S.Francesco ci ha cambiato la vita e speriamo che possa essere un esempio anche per te… è bello avere degli esempi di vita che ti ricordano che si può pretendere il massimo della felicità già qui su questa terra con Dio come guida.
Sappiamo che sei speciale e che hai una missione grande, il Signore ti ha voluto da sempre e ti mostrerà la strada da seguire se gli aprirai il cuore…
Fidati ne vale la pena!

Provate ad immaginare Francesco, quando leggerà questa lettera, quando avrà appreso che qualcuno ha dato la sua vita per far sì che la sua potesse continuare. Non esiste nulla di più elevato umanamente e pedagogicamente.

La giovane Chiara lascia una preziosa testimonianza di fede, come il cardinale Agostino Vallini sottolinea al funerale, celebrato a Roma il 16 giugno 2012 nella parrocchia di Santa Francesca Romana. Chiara è sepolta nel cimitero del Verano a Roma, nella stessa tomba dove riposano i suoi altri due bambini.

Il suo funerale, presumibilmente per sua stessa volontà, fu vissuto in modo gioioso.

Estremamente significativa l’Omelia di Padre Vito, che ha raccontato chi era davvero Chiara e la bellezza con chi ha vissuto la morte e quindi anche la vita.

Il 2 luglio 2018 la Diocesi di Roma ha pubblicato l’Editto in cui si annuncia l’apertura della causa di beatificazione e canonizzazione di Chiara Corbella, che pertanto è diventata Serva di Dio. Il 21 settembre 2018 si è aperta ufficialmente la causa di beatificazione.

È stato anche pubblicato un libro per raccontare la storia di Chiara.

Fonti:

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