Le false accuse di molestie al prof Di Presa. L’ennesimo caso.

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Ha perso 30 chili, ha perso il posto di lavoro, si è visto disegnato come un mostro dalla comunità; ora la sera fatica ancora a prendere sonno perché non ha trovato ancora nessuna spiegazione alle false accuse che tre studentesse gli hanno rivolto facendolo finire a processo per violenza sessuale e maltrattamenti aggravati.

Un peso che il professor Di Presa ha dovuto portare per 6 anni perché era il 2018 quando è stato allontanato dalla scuola Paolo Soprani, a Castelfidardo, dove insegnava in una classe di terza media, come docente di sostegno e supplente.

Ora è stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste. È stato accertato, difatti, che era tutto inventato. Il professore è stato vittima di una vendetta orchestrata da una sua studentessa (con la complicità di altre due) a cui aveva tolto un cellulare che a scuola non si poteva usare.

Nonostante ciò il professor Di Presa le ha perdonate, pur senza negare quello che ha dovuto subire. Ha rilasciato un’intervista a Il resto del Carlino, unico quotidiano che si è speso in questo, dichiarando:

«Li perdono e ho pietà di loro. Anche Gesù in croce ha detto ’perdona loro perché non sanno quello che fanno’ e io sono religioso e credo nel perdono. Non è stato mai il mio scopo punirli, la mia finalità nel processo era ottenere giustizia perché i fatti veri io li ho vissuti e non interpretati per far arrivare soldi in tasca a qualcuno. Queste persone avevano chiesto 50mila euro di risarcimento a testa. Spero che oggi, che sono ormai maggiorenni, abbiano capito che certe cose che si dicono poi possono portare a gravi conseguenze. Sono un padre di famiglia, ho una figlia, una moglie che per fortuna hanno sempre creduto nella mia innocenza ma è stato tutto molto pesante, per loro e per me.»

Con la moglie accanto, nello studio del suo avvocato Gianni Marasca, Di Presa si è commosso più volte, con le lacrime agli occhi e un fazzoletto in mano. Ha ricordato anche quando un giorno, proprio mentre era con la figlia in una pasticceria, poco dopo le denunce che erano arrivate a suo carico, aveva incontrato una conoscente che si era sorpresa di averlo visto. “Mi disse ma non eri in carcere a Montacuto? – ha raccontato il prof – Mia figlia mi disse ’papà non farti dire queste cose’. Non sono mai stato in carcere, piuttosto mi sono sempre sorpreso che dopo le accuse hanno aspettato 2 anni per sentire la mia versione dei fatti“.

Un rammarico sulla vicenda il docente ammette di averlo. “La mia unica colpa – spiega Di Presa – è stata quella di aver usato con gli studenti un approccio di amicizia più che di un insegnante. lo per loro ero ’Gianni’ non ’il prof’ e quando ho fatto il severo me l’hanno fatta pagare”. Il riferimento è al cellulare tolto ad un alunno perché lo usava in classe.

A parlare di “complotto” sono le motivazioni della sentenza dei giudici di secondo grado (tre donne). Stando ai colleghi del prof, sentiti durante le indagini, la grande istigatrice sarebbe stata una delle alunne della classe dove era insegnante di sostegno. Attraverso “un’invenzione di fatti non veri o enfatizzando fatti veri ma minimali”, avrebbe suscitato la ritorsione. “Sono stato sospeso e mi è stato impedito di fare domande” – ha detto l’insegnante assolto. Ho passato un periodo bruttissimo, rincorso da accuse infamanti che mi hanno isolato dal resto della società. Non sarà facile tornare ad essere quello che ero.

Sarebbe sicuramente il caso di fermarsi per una riflessione perché se le molestie vere vengono ingenuamente imputate a un fantomatico patriarcato, sarebbe almeno il caso di non esimere il tutt’altro che fantomatico femminismo tossico dominante da responsabilità sul diffuso fenomeno delle false accuse, perché in questa società “patriarcale” sono sufficienti le parole di una donna per rovinare la vita ad un uomo (e non il contrario).

Sul problema delle false accuse si sono esposte ben 15 professioniste.
Per approfondire: 15 professioniste denunciano il fenomeno delle “false accuse” su Canoscenza.it

Fonte informazioni: Il prof assolto: “Gli ho tolto il cellulare, accusato di molestie. Ma perdono i miei alunni” su Il Resto del Carlino

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